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Danilo Dolci. Nella sua scuola “ciascuno cresce solo se sognato”

di Bruna Alasia
La sagra dell’olio, che ogni anno si ripete a Mirto, la scuola fondata in Sicilia da Danilo Dolci è un momento che focalizza, malgrado le difficoltà e l’abbandono in cui versano le strutture volute dal sociologo-poeta, il significato della sua proposta educativa. Il dato rilevante è che l’olio, simbolo di fertilità e di pace, è fatto dai piccoli. La scuola è stata costruita dopo aver chiesto ai bambini come la volevano: sorge alle pendici di una collina, a contatto con il verde, con la terra, con gli animali.
C’è anche un anfiteatro per mettere in scena le proprie tradizioni o il mondo. Fare l’olio significa prendere coscienza delle possibilità creative dell’esistenza.
Il metodo majeutivo di Dolci ha come fondamento il fatto che ogni “rapporto unilaterale è violento” mentre è costruttivo ogni rapporto bilaterale. L’insegnante non riduce il bambino alla sottomissione chiedendogli la simbiosi: educatore ed educando cercano soluzioni e insieme crescono. Non ci sono dogmi, chiese, ideologie alle quali attenersi: l’atteggiamento é socratico, lo scandaglio della realtà non preconcetto. Il nuovo diventa possibile attraverso l’osmosi delle coscienze.
In sintesi: un sogno difficilissimo perché prima del metodo conta l’individuo e la majeutica trae fuori il buono quando c’è. Ma questa indicazione è un passo fondamentale verso la rinuncia al dominio dell’uomo sull’uomo: in campo culturale manipolatorio e subdolamente coercitivo, come evidenzia il monopolio dei media. Imparare a pensare con la propria testa, la scommessa educativa.
Cosa assai difficile e che al potere fa paura: il 25 e il 26 marzo 1970 Franco Alasia e Pino Lombardo, collaboratori di Dolci, parlarono attraverso la prima radio libera della storia d’Italia, denunciando le difficili condizioni dei terremotati del Belice. L’intervento della polizia, con grande spiegamento di forze, interruppe le trasmissioni. La parola libera è arma non violenta dai tempi di Giordano Bruno. Oggi la rete, gestita dal basso, potrebbe definirsi un tentativo in questa direzione, sicuramente un antidoto al dominio culturale dell’uomo sul’uomo
Ciascuno cresce solo se sognato
C’è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c’è chi si sente soddisfatto
così guidato.
C’è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c’è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.
C’è pure chi educa, senza nascondere
l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d’essere franco all’altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.
Danilo Dolci